La rilevanza della Ctu nella fase precontenziosa. Intervista al dott. Cisterna

La rilevanza della Ctu nella fase precontenziosa. Intervista al dott. Cisterna
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La rilevanza della Ctu nella fase precontenziosa. Intervista al dott. Cisterna

Si tiene il prossimo 25 novembre 2025 la 3a Officina della Conciliazione organizzata dall’Osservatorio sui Conflitti e sulla Conciliazione, come ormai da prassi in collaborazione co la Formazione Decentrata della Scuola Superiore della Magistratura. Il tema del corso sarà “Consulenza tecnica in mediazione” e tra i vari relatori interverrà anche il dott. Alberto Cisterna, Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione. Cisterna tratterà, nello specifico, il tema della rilevanza della ctu nella fase precontenziosa e proprio su questo lo abbiamo intervistato.

 

Dott. Cisterna, la prossima Officina della Conciliazione avrà come tema generale quello della “Consulenza Tecnica in Mediazione”. Quali sono gli aspetti più generali ma anche più importanti che sarà bene far emergere durante l’incontro?

«L’impatto della giurisprudenza della Cassazione sul versante medico-legale è sempre più evidente e segnala una costante evoluzione di cui, soprattutto i medici legali, si deve tener conto nell’elaborazione delle consulenze tecniche nella fase conciliativa se si vuole conseguire il risultato della definizione transattiva della lite e di evitare di scaricare sulla fase di merito problematiche e contestazioni che rallentano – anziché agevolare – i temi della giustizia. Penso al tema del danno differenziale e a quello del cd. danno latente che grande impegno richiedono per giuristi e medici legali. Nelle altre materia, invero, la questione è meno complessa: penso alle controversie in materia di diritti reali o di rapporti commerciali e via seguitando».

Andando nel dettaglio lei terrà una relazione sul tema “La rilevanza della Ctu nella fase precontenziosa”. In tal senso di che rilevanza si parla, per quanto riguarda il Ctu, e quali gli aspetti che porterà all’attenzione degli addetti ai lavori?

«Il collegio peritale nelle cause di responsabilità sanitaria in primis e, comunque, in ogni caso il Ctu deve approfondire le tecniche di composizione della lite che, a partire dal dato tecnico di cui dispone, possa favorire la convergenza delle parti su una linea mediana che vede comunque realizzati, ovvero non troppo sacrificati, gli interessi delle parti. E’ la questione dell’aspettativa di un risultato che, talvolta, viene eccessivamente alimentata dai difensori e quasi sempre in buona fede; se ci si attende di dover incassare 100 o di dover pagare 0 è chiaro che la conciliazione appare difficile. Compito del Ctu è anche quello di conoscere la giurisprudenza “locale” oltre che di legittimità per prefigurare risultati attendibili alle parti che, quindi, possano accettare».

Proprio per quanto riguardo i ruoli nell’ambito della consulenza tecnica in mediazione, quanto è importante la collaborazione tra ruoli diversi – pensiamo non solo ai Ctu ma in generale ad avvocati, magistrati e a tutti gli attori in campo – e cosa possono fare, ognuno col suo ruolo, per sviluppare sempre di più la mediazione che sappiamo comunque essere già adesso un ambito in costante evoluzione

«Il vero banco di prova è la proposta conciliativa ai sensi dell’art. 185-bis Cpc ossia la diretta conduzione delle operazioni di composizione della lite in capo al giudice che, portatore anche esso di un legittimo interesse a definire la controversia senza giungere alla faticosa e dispendiosa redazione della sentenza, indica alle parti una soluzione condivisibile. E’ nella sostanza un’anticipazione circa l’esito verosimile o possibile del processo – tant’è che il giudice non può essere ricusato dopo aver depositato la proposta conciliativa – e come tale ha grande forza persuasiva, se non dissuasiva. Ovviamente ciascuna parte privata può avere fondate ragioni per rifiutarla, ma quando vi è una consulenza tecnica d’ufficio ben redatta è evidente che il range delle opzioni si restringe».

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