La nuova legge sull’AI e l’impatto sul settore della Mediazione

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La nuova legge sull’AI e l’impatto sul settore della Mediazione
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La nuova legge sull’AI e l’impatto sul settore della Mediazione

È stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 226 del 27 settembre 2025 la legge n. 132 del 2025, recante “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale”. Con questo provvedimento l’Italia si dota per la prima volta di una disciplina organica in materia di intelligenza artificiale, destinata ad avere un impatto profondo sul sistema giuridico, economico e sociale. La norma rappresenta una pietra miliare che pone il nostro Paese in linea con gli orientamenti dell’Unione Europea, dal momento che la legge fa esplicito riferimento al Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (AI Act), recentemente approvato a Bruxelles.

La legge n. 132/2025 si configura come una legge delega, affidando quindi al Governo il compito di emanare, entro i prossimi dodici mesi, decreti legislativi attuativi che traducano in norme di dettaglio i principi fissati dal Parlamento. In tal modo, il legislatore ha voluto creare un quadro flessibile, capace di adattarsi alle evoluzioni della tecnologia e agli sviluppi del diritto europeo, pur ponendo fin da subito punti fermi su sicurezza, trasparenza e tutela dei diritti fondamentali.

 

Una legge che recepisce il Regolamento Europeo

Il testo della legge introduce una serie di principi generali che dovranno orientare l’uso e la regolamentazione dell’intelligenza artificiale in Italia. Si afferma la necessità che l’IA sia sviluppata e utilizzata in modo etico, sicuro e trasparente, secondo criteri di proporzionalità e di tutela dei diritti delle persone. È previsto un sistema di classificazione dei diversi impieghi, distinguendo tra applicazioni a rischio inaccettabile, applicazioni ad alto rischio e sistemi a rischio limitato, seguendo così lo schema delineato a livello europeo. Particolare attenzione viene riservata all’impatto dell’automazione sul lavoro, alla prevenzione delle discriminazioni algoritmiche e alla protezione della privacy dei cittadini. La legge stabilisce inoltre che l’impiego dell’IA nelle pubbliche amministrazioni dovrà rispettare principi di trasparenza e di imparzialità, soprattutto nei procedimenti amministrativi e giudiziari in cui la decisione automatizzata potrebbe incidere in modo diretto sui diritti delle persone. Un altro aspetto centrale riguarda l’istituzione o il potenziamento di un’autorità nazionale di vigilanza che fungerà da punto di raccordo con la Commissione europea, coordinando l’attività con le autorità già esistenti come il Garante per la protezione dei dati personali o l’Agcom. Il provvedimento, dunque, guarda all’Europa e intende creare un sistema armonizzato, evitando sovrapposizioni con l’AI Act comunitario e garantendo al tempo stesso la capacità di recepire tempestivamente le direttive europee. I decreti legislativi che verranno emanati in attuazione della delega avranno il compito di dettagliare le modalità concrete di applicazione, delineando le procedure di controllo e le sanzioni in caso di violazione.

 

L’impatto su ADR e mediazione telematica

Uno degli aspetti meno evidenti ma più significativi dell’entrata in vigore della legge n. 132 del 2025 riguarda il settore della giustizia, in particolare quello della risoluzione alternativa delle controversie. La disciplina dell’intelligenza artificiale inciderà inevitabilmente sui procedimenti di mediazione e di negoziazione assistita, soprattutto perché già con la riforma Cartabia, corretta con il decreto legislativo attuativo, sono stati introdotti importanti istituti legati alla digitalizzazione. Gli articoli 8-bis e 8-ter del decreto legislativo 28 del 2010, come riscritti dal correttivo, hanno disciplinato la possibilità che la mediazione si svolga anche in modalità telematica o con incontri a distanza. Allo stesso modo, la negoziazione assistita può essere oggi condotta mediante strumenti digitali che rendono più rapidi i procedimenti e riducono i costi per le parti. In questo quadro normativo già innovato, la legge sull’intelligenza artificiale introduce un ulteriore livello di complessità, perché impone di riflettere sull’uso di sistemi automatizzati anche nelle procedure ADR. La gestione delle piattaforme attraverso le quali gli organismi di mediazione e i soggetti che offrono servizi ADR erogano i propri strumenti di risoluzione delle controversie diventa un elemento centrale. I gestori dovranno assicurare che le piattaforme siano conformi ai requisiti di sicurezza, trasparenza e neutralità previsti dalla nuova legge e dal Regolamento europeo. Non si tratta solo di aggiornamenti tecnici, ma di vere e proprie garanzie giuridiche: le parti che accedono a un servizio di mediazione o di negoziazione assistita devono poter contare sul fatto che l’algoritmo non alteri la parità di trattamento, non discrimini e non comprometta il principio del contraddittorio.

L’impatto della legge 132 del 2025 sarà quindi duplice. Da un lato, costringerà gli organismi a dotarsi di strumenti tecnologici aggiornati e conformi alle prescrizioni europee e nazionali, dall’altro richiederà agli operatori legali e ai mediatori una formazione specifica per saper utilizzare e controllare correttamente i sistemi di intelligenza artificiale integrati nei procedimenti. Questo significa che la nuova disciplina, pur mirando a garantire maggiore efficienza e sicurezza, potrebbe comportare anche un aumento degli oneri organizzativi per chi gestisce servizi ADR.

La legge n. 132/2025 si presenta dunque come un testo di portata ampia, capace di incidere su settori diversi della vita sociale ed economica. La sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 226 del 27 settembre 2025 segna l’avvio di un percorso normativo che, attraverso i decreti delegati, dovrà concretizzare i principi enunciati dal Parlamento. La connessione con il Regolamento europeo è destinata a garantire coerenza e uniformità, mentre l’impatto sul mondo della mediazione e delle ADR mostra come l’intelligenza artificiale non sia soltanto una questione tecnologica, ma un tema che riguarda in modo diretto anche il funzionamento della giustizia e la tutela dei diritti dei cittadini.

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